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Socialità e isolamento
Isolamento sociale, distanziamento. Concetti che fino ad un anno fa avevano un’accezione
prevalentemente negativa, hanno ora un richiamo salvavita.
Seppur al fine di tutelare un bene più grande, la pandemia ha imposto limiti innegabili alla socializzazione,
al contatto fisico e ha dissolto le occasioni di aggregazione e condivisione sociale, elementi che
contribuiscono a favorire il benessere soggettivo e personale. Il bisogno di appartenenza (Maslow; 1943),
inteso come bisogno di stabilire relazioni utili a dare e ricevere affetto, sentendosi parte integrante di un
gruppo o di una società, è infatti un’asse portante di quelli che rappresentano i bisogni fondamentali per
l’essere umano. Attualmente, nonostante le possibilità offriteci dalla tecnologia, tale spinta motivazionale
non può essere pienamente appagata. A farne le spese, in particolare, sono coloro che fanno
dell’esperienza sociale il nucleo della propria crescita individuale: gli adolescenti.
L’adolescente funambolo
L’adolescenza è concepita, in psicologia, come la fase di vita fondamentale per lo sviluppo dell’identità
(Erikson; 1987). Si tratta del momento in cui ci si spoglia delle sicurezze di bambino per immergersi nella
vita adulta, fatta di nuove identificazioni, relazioni, scoperte, intimità. L’adolescente si trova dunque
protagonista di un’adrenalinica corsa sul filo, cercando equilibrio tra il desiderio infantile di protezione e,
dall’altra parte, i bisogni di autonomia e di esplorazione che caratterizzano l’ingresso nel mondo degli
adulti. Giocano dunque un ruolo fondamentale le istituzioni che promuovano l’affiliazione e il confronto,
prima tra le quali la scuola.
Ostacoli e difficoltà
Ma come rispondere a questi bisogni, quando il mondo esterno – ovvero il campo d’azione esplorativo –
viene messo in pausa poiché pregno di significati spaventosi e di pericolo?
La fase di vita delle incertezze si espande in un ambiente ambiguo e privo di appigli, in cui gli stessi adulti
perdono di vista i propri riferimenti.
La mancanza del contatto sociale inficia le tematiche del rispecchiamento, del confronto coi pari e di tutti
gli elementi sociali che contribuiscono a creare un’immagine di sé stabile e coesa. La solitudine potrebbe
aumentare il rischio di chiudersi nel proprio bozzolo emotivo rifiutando il confronto con gli altri, o, al
contrario, potrebbe portare ad infrangere le regole imposte dalla legge.
In generale, la solitudine e l’incertezza possono fare da motore per rompere il fragile equilibrio
adolescenziale.
È importante, dunque, che i ragazzi abbiano a disposizione delle reti di supporto utili ad esprimere
l’eventuale disagio e per inquadrare in ottica positiva e resiliente il proprio vissuto. Stimolare un pensiero
riflessivo sulle proprie angosce e i propri dubbi, potrebbe essere un fattore protettivo per preservare lo
sviluppo consapevole della propria peculiare identità.